La speranza è presente nell’aria

Ore 09.54. Anacapri. Bar grotta azzurra. Pausa latttemacchiato e caffè. Fa caldo, molto. Le strade sono deserte, perlopiù, gente del posto. I visi non sono festivi. Cupi perlopiù, si sente nell’aria qualcosa di indefinibile. Uno stato che lega il tempo alla realtà. Quella stessa realtà per cui si stava in festa, senza veramente comprenderne il perché.
Ora, rimane solo la vita. Il superfluo è sfumato nei recessi della paura. Rimane l’Uomo, ed è spaventato. Terrorizzato da quelle abitudini perse che ricoprivano le loro stesse umanità. Uomini e donne sono spogli. Non c’è più valore nelle vesti, non c’è più sicurezza negli usi, non c’è sensazione di se stessi. Molti, e si vede, errano in cerca di una conferma, che vada oltre ciò che si ha, quel che si credeva di essere.
La malinconia mi contagia. Il riflesso della morte è pregio di chi è vivo. Gli zombie, non possono invadere le nostre vite, sarebbe suicidio. Ma intanto, il silenzio regna. La gente sussurra, come se avesse paura che il silenzio possa ulteriormente scostare gli equilibri persi. Alcuni, camminano in punta di piedi. Il troppo di una volta, è diventato crepaccio.
Lei, avrà forse sugli ottant’anni. La busta della spesa in una mano, l’altra sulla borsa, camminava col sorriso, illuminando tutto al suo passaggio. La strada, si accendeva del suo sorriso, i visi, si distendevano al suo saluto, le voci, ritornavano per quel lasso in cui era presente.
Sorrideva a tutti, salutava tutti, forse, come avrà sempre vissuto. Nella semplicità di se stessa, e ricordava a noi, che nulla mai avrebbe potuto toglierci la nostra condizione: umana.
Lei mi guardò, ed il suo viso si distese in un largo sorriso sotto la mascherina. A mia volta, il mio volto, triste e scuro, si illuminò del bianco del mio sorriso.
Era una strada qualunque in un posto qualunque.
Con lei, divenne un spazio. Ove incontrarsi, ed essere.

Buondì amici

Buon giorno amici in ricerca di un’emozione

Ore 09.45. Metropolitana di Napoli.
Le persone sono lontane l’un dall’altra. Le maschere, fantasiose, personalizzate, lasciano che siano gli occhi ad essere l’espressione di noi stessi. C’è silenzio, ma che pesa, un vuoto di parole che ricorda oggi. Quell’oggi che ci tiene a distanza, illusoriamente lontani da quella minaccia invisibile che flagella l’umanità. Pure i visi dei bimbi sembrano spenti. Sentono di far parte di un gregge disperso.
C’è una coppia. Lei, ha un bellissimo mazzo di fiori in mano. Quei colori catturano lo sguardo, lo distraggono dalla triste logica del resto, risvegliano l’iride addormentato. Lei sorride, non si vede da sotto la mascherina, ma la gioia va oltre. Anche lui. Si tengono per mano, fieri del loro amore, lontani dagli altri, tutti gli altri, tranne da e di loro stessi.
È tetra l’atmosfera, sembra di stare su Marte. Fortunatamente, un bambino ride. Tutti, dietro le maschere, sorridono. Siamo tutti alla ricerca di un segno, di un’ emozione anche se non nostra, spiamo la felicità negli occhi altrui per sperare in cuor nostro, noi siamo avidi di vita. E si vede. Si sente.
Buon giorno amici in ricerca di un’emozione

Buonanotte e buongiorno a chi prova emozioni

La libertà per me é importante, direi vitale. Soffro di costrizioni e muoio di barriere. Ma li, nei confini del suo cuore, al riparo della sua anima, vorrei perdere la libertà. Poiché in lei, cé ‘infinito.
Vorrei essere costretto nella sua immensità.
Come un uccello, nella gabbia del mondo. Chi ama e si sente impotente sente doppiamente la frustrazione. Chi ama non vuole essere la divinità dell’amato, ma piuttosto suo servo. Dedicarsi a colmare ogni sua mancanza, assemblare di continuo il puzzle del suo sorriso, costruire i ponti sotto suoi piedi, abbattere ogni muro che gli si pone davanti. E quando non ci riesce, si sente tradito, abbandonato dalla sorte, lo ritiene profondamente ingiusto, poiché si ha l’intima convinzione che l’amore dovrebbe farcela sul tutto.

Buonanotte e buongiorno a chi prova emozioni.

Buonanotte ai diversi e non

“Sono diverso. Diverso nella diversità. Sono napoletano e gender queer. Un mélange di due due diverse categorie odiate, che mi trasforma in una specie di paria. O meglio, di borderline.
Lasciata la mia famiglia a 24 anni, la mia vita prese una direzione che non mi sarei mai aspettato. Per i miei atteggiamenti ed i miei modi, era una cosa evidente da quando ero adolescente, ma la mia famiglia, ancora oggi non riesce a capirlo.
Sono attratto dalle donne, lo so, lo sento. Una donna intrappolata in un corpo di uomo, una principessa vestita da guerriero, una farfalla travestita da drago. Non sentivo che le mie vesti mi appartenessero, ma nemmeno la società in cui vivevo. Nato e cresciuto a napoli, consideravo a giusto titolo l’Italia come il mio paese, anche perché quello dei miei genitori, quello che sono, non è ammesso, anzi, sei visto come omosessuale, gay, ma non lo sono, i miei migliori amici si, ma io no. Ogni volta che andava “giù”, rimanevo sorpresa dalla gran vita, dai colori, dalle voci, ma devo ammettere, che era folclore, sapevo che sarei tornata a casa, a scuola, dai miei amici. Amici ne avevo pochi a dire il vero. Solo un paio. Pierpaolo e Ivan, il quale si svelò poi davvero un bastardo con me. Dopo che lavoratore ed indipendente, lontano dalla famiglia e stabilitomi nel mio mondo, riusci ad essere un po’ più me stessa.
A casa, parlavo poco. Ovviamente chiuso in me stesso per paura. Avevo paura di mio padre. Di mia madre di meno, ma lui era terribile. Non di rado, avevo subito la sua rabbia. Per brutti risultati a scuola, o per quando seppe dei filoni, o quando scoprii che fumavo. Non osavo immaginare cosa mi avrebbe fatto se avesse saputo che ero donna.
Omosessuale non lo ero, ma non contava nulla. Avevo troppo paura per osare frequentare persone come me. Già dai miei atteggiamenti, ero spesso deriso dai miei compagni di classe, e qualche voce gia girava per la mia femminilità. La nostra società si basa su principi iniqui. Da napoletano, e da gender queer, lo sapevo. L’uno, spesso si aggiungeva all’altro. Tante offese in una.
E dunque, vivevo nella paura di esprimere me stesso. Non mi faceva sentire in colpa, ma bensì in carcere. Chiuso tra le pareti di diversi bigottismi; quello della mia famiglia, e quella della società che mi aveva accolto. Consideravano gli omosessuali come se fossero responsabili della peste. In verità, qualcuno crede cosi. Le diverse battute che si sentono nel mondo stesso degli adolescenti ne é la prova.
“Non fare la femminuccia!”. Espressione ricorrente nel mondo degli uomini, non unica, ma rivelatrice. Gli uomini, non solo implicitamente, ma chiaramente e con l’appoggio implicito delle donne, si considerano al di sopra. Che sia nella religione cattolica, musulmana, o non so cos’altro. Rare sono le società matriarcali. E quasi ognuna di esse viene ricordato per aver brillato. Le donne, malgrado la loro marcia in più, vengono tuttavia tenute dietro. E i diversi, non ne parliamo.”

Ma ora si è fatto tardi… Buonanotte a chi si sente diverso in una società a senso unico

Buongiorno ai malati di cuore e d’anima

A volte, in realtà, tutti i giorni, o quasi, non ricordo nemmeno il giorno che è. Fortunatamente, ho coscienza che il sole, si alza una sola volta al giorno. Ed i dí passano. Nel grigiore o nel chiarore, poco importa. In me, ho perso il conto.
Falciato in piena corsa, le mie gambe, inutili, giacciono ai lati della strada. Io so arrivare. Sento di non potere. In quel limbo di noi stessi, c’è strazio, in me, guerra.
Da emotivo, sapevo ciò che volevo. Da bambino, altrettanto. Da Uomo, non lo so più. Forse non eran altro che illusioni, ma esse erano ragioni.
Non so che fare, ma sopratutto, non so chi essere. Forse anche peggio, non so cosa potrei essere.
Padre? Figlio? Fratello? Amico? Amante?
Sono tutto ciò. Ma posso scegliere ben poco. Eppure, nel mio cuore, non ci sono confini. Nella mia anima, non ci sono frontiere. Nel mio spirito, nessun muro.
Non ho più paura. Si ha paura di perdere ciò che si ha. Quando come me, non si ha nulla, quella paura non esiste più. La placidità invade il corpo, rendendolo uguale, ad un contenitore vuoto. Chi si ferma, non è vivo. Eppure, sono fermo, in mezzo alla folla in movimento.
C’è un immensità in ognuno di noi. Fatta delle emozioni vissute, dalle frustrazioni e dai fallimenti, dalle esperienze e dal vissuto. Il percorso intimo. Quello che è la vera ricchezza che ognuno di noi possiede ed ha dentro di se in base a valori, cultura, affetti, abitudini.
Il Covid colpisce i corpi, la realtà, i cuori e le anime.

Buongiorno cari amici.

Sono stanco, buongiorno amici

Sono stanco di spiegarmi.
Di soddisfare voleri altrui, di seguire regole non mie, valori da me lontani.
Conferme. Dalla società. Da mio padre, mia madre, dai miei amici, amanti o conoscenti. Tutti, proprio tutti, vogliono sapere. Sapere per valutare, giudicare, immischiarsi in me tramite voleri non miei.
Sono stufo. Poiché non corrispondo ai voleri altrui. In me, il mio mondo, la mia vita e la mia esistenza, non vanno calpestati.
Essere tramite gli altri. Non lo so fare. Ho difficolta ad essere me. Non ambisco ad altro. Poiché intimamente, credo che ognuno sia un mondo, e che tali mondi, vadano rispettati quando si ha considerazione del mondo stesso.
So parlare, esprimermi, scegliere i tempi in cui farlo. Fa parte di me. Io sono io. Non posso diventare qualcun altro o altro.
Semplicemente, vorrei parlare. Non sembrare.
Chi mi vuole bene, lo sa. Lo sente.
Preferisco al piacere degli altri, la solitudine che non piace a nessuno. Cosi come un pezzo di legno nello stagno non diventerà mai un coccodrillo, un idiota non sarà mai razionale.
Silvia Romano é stata liberata dopo oltre un anno. Voi, da una vita, siete prigionieri della stupidaggine e di voi stessi. Nemmeno quattro miliardi di euro basterebbero a liberarvi.
Musulmana o buddista, italiana o polacca, poco importa, la mia felicità, sta nel fatto che é viva, e piena di quell’amore che indigna menti dislessiche e complessate come chi nel criticarla senza sapere non fa altro che essere la coda dell’imbecille.

Buon giorno amici, vi prego aprire le menti grazie!

Auguri alla neo mamma Hawana

Naturalmente i fiori sono stati regalati la mattina alle 8,non dormivo dal giorno prima ma assistere al parto della mia cucciola che ha voluto a tutti i costi anche lei essere festeggiata in quella giornata mi ha portato ad assentarmi.

Vedere i suoi piccoli topolini, perché non posso definirli cuccioli sembrano davvero dei piccoli topolini. Dolcissimi mi ha fatto stare tutta la notte al suo fianco a fungere da marito a quella mamma che ha fatto tutto da sola.

Ed allora mi pare giusto presentare anche a voi la neo mamma con i suoi topolini durante la colazione.

Ecco a voi mamma Hawana.

Un abbraccio e auguri posticipati a tutte le mamme del mondo

Libertà mentale

Non c’è nulla di più bello della libertà mentale, quella che hai, che ottieni quando capisci, comprendi ed accetti che tu non puoi fare nulla per cambiare le cose.

Null’altro che accettarle, conviverci, senza più lottare, senza più sperare ed illudersi, semplicemente accettando ciò che questa vita ha riservato per noi.

Inutile piangere, soffrire, crogiolarsi nei se e nei ma.

Oggi sono cosciente che non posso fare nulla, non ho lasciato nulla di intentato.

Io ce l’ho messa tutta,non ho rimpianti nella mia vita, nessun è se avessi fatto così, e se invece… Io ho fatto tutto ciò che potevo.

Avere un rimpianto a mio parere è la cosa più triste che ci sia.

Amici, se avete qualche rimpianto ed avete ancora tempo, provate a colmarlo, provate a far sì che sparisca.

Vi voglio bene… Grazie miei lettori.

Alla prossima, sempre con più consapevolezza.

Buona serata

Quale app installare? Neuroni

#ioUsoNeuroni
LA APP PER LA FASE 2

Con la Fase 2 sarà fondamentale utilizzare una preziosissima App. Non parlo di Immuni, ma di un’app ben più potente e sicura, Neuroni.
Sviluppata da Madre Natura, Neuroni è un’app gratuita che non sfrutta la tecnologia Bluetooth, bensì la ben più collaudata tecnologia Sinapsi. Si tratta di una tecnologia per nulla invasiva della privacy e che rende l’app comunque utile anche quando il 60% della popolazione non ne fa uso.

Le due app (una non esclude l’altra) funzionano in modi differenti. Facciamo un esempio.
La app Immuni vi dice se il tizio che era con voi in ascensore vi ha infettato.
La app Neuroni che per fare due piani potete prendere le scale, che ultimamente non è che avete fatto tutta questa attività fisica.
La app Immuni vi dice se la signora con cui avete litigato al supermercato per l’ultima confezione di lievito vi ha infettato.
La app Neuroni vi suggerisce invece di non litigare per una confezione di lievito e di non infilarvi nella corsia del supermercato dove sono presenti ben dodici provetti panificatori manco fosse il festival del pane di Altamura.

Ma il grande vantaggio di Neuroni è che è già installata in ogni scatola cranica e non richiede quindi uno smartphone.
Neuroni è di facile utilizzo anche se per tenerla operativa è necessario aggiornarla costantemente. Esistono vari modi per tenere la app Neuroni aggiornata, ma studi scientifici dimostrano che leggere è il metodo più efficace.

Dal momento che però non tutti sono consapevoli della potenzialità di questa app, permettetemi di tirar fuori l’Aranzulla che c’è in me per darvi qualche suggerimento sul settaggio.
Un primo test che potete fare per vedere lo stato di salute della vostra app è questo.
Avete tifato per il poliziotto che inseguiva il runner solitario sulla spiaggia con l’appoggio di elicotteri, droni e satelliti e non vi hanno per nulla infastidito i ventuno milioni di euro sprecati per un ospedale inutile realizzato solo per marketing politico?
Ecco, in questo caso avete dei problemi di settaggio. E può essere anche che le parole della D’Urso abbiano in qualche modo hackerato il vostro sistema operativo.

Purtroppo non è possibile resettare il tutto, ma qualche rimedio proprio in vista della Fase 2 è possibile. Ora vi spiego come fare (Aranzulla scansati proprio). Accedete al menù principale. Cercate le funzioni “hater”, “delatore” “caccia-alle-streghe” e togliete la spunta. Mettete invece la spunta a “spirito critico”, “buon senso”, “prudenza”, “empatia” e “solidarietà” e salvate le nuove impostazioni premendo ok.
Ecco, così facendo avrete a disposizione la più potente arma per affrontare la Fase 2.

p.s. se nel frattempo ascoltando il consiglio di Trump vi siete iniettati o avete ingerito della candeggina, sappiate che la vostra app non è stata danneggiata. Semplicemente, per un errore di fabbrica, non vi è mai stata installata. Capita.

Giovanni Miticocchio.

Fantastica nota, a parte la FAKE su Trump in chiusura.

Buon pomeriggio a chi ama l’amore

È una sensazione che va oltre la pelle.
Lambisce l’anima, estende il cuore. Accende lo spirito.
L’amore è come un bicchiere vuoto. Giacché l’emozione è invisibile.
C’è. Agli occhi celato, annidato nell’intimità.
L’amore è come una foglia che volteggia. Non ha direzione. Vola, e basta.
C’è chi vede. E chi sente.
Non è monumento, né spettacolare natura. È amore. Che rende il resto, tutto il resto, magico.
Un abbraccio che scalda oltre gli inverni. Un sorriso che rimane impresso nell’iride. Una voce che apre orecchie invisibili.
L’amore… non è una via. È destinazione inconsapevole, ambizione umana.

Buon pomeriggio a chi ama l’amore.